La natura ci regala scorci di infinita bellezza.
Fare Bonsai intimamente vuol dire amare la natura, coglierne l’unicità, trasmettere e ricevere qualcosa dalla pianta e non limitarsi ad imitare o ad applicare la tecnica.
Proprio prendendo spunto dalla natura sono stati codificati gli stili bonsai.
La forma e l’inclinazione del tronco determinati dagli adattamenti a seguito di eventi e cause esterne, danno forma alle strutture e all’architettura dell’albero.
Fattori quali la sua posizione, caratteristiche del territorio, avversità alle quali è sottoposta diventano agenti modificanti di un forzato adattamento.
Il ripetersi di forme ed inclinazioni, nel tempo e l’acuta osservazione hanno determinato la classificazione in stili.

Stessa pianta, diversi stili

Prima di parlare degli stili bisogna parlare della forma e del progetto della pianta.
Gli stili evocano una situazione presente in natura e devono essere associati con coerenza in base all’essenza che si sta lavorando.
D’altronde una pianta può adattarsi a più stili bonsai ed è per questo che il bonsaista dovrà studiarla, ruotarla, inclinarla, rovesciarla se necessario, finché non troverà lo stile che caratterizzerà e che ne rivelerà il massimo potenziale.
Si lavora sempre un passo alla volta, con ordine e meticolosità, seguendo regole precise. 
Saranno la formazione e la pratica nel fare bonsai che nel tempo mostrerà il come ci si possa muovere tra queste regole e, superarle e sarà sempre la cultura e l’estro creativo a rivelare forme uniche degli stili del bonsai.

Gli stili del bonsai

Tra stili e varianti dei medesimi la lista comprende svariate codificazioni stilistiche che possono essere definite di base, le varianti citate di fatto sono per l’appunto variazioni del canone fissato. Per questo tratteremo solo gli stili più importanti:

Eretto formale (Chokkan)

È uno stile che si ritrova sovente nelle rappresentazioni di conifere che in natura si sviluppano con portamento particolarmente formale, rigidamente verticale: Shin.
È molto importante la conicità del tronco che dritto va assottigliandosi a degradare, come i rami, fino a raggiungere l’apice.
Le radici sono esposte e a raggiera, sono ampie e suggeriscono stabilità. 
Il primo ramo è quello più grande che si trova a sinistra o destra del tronco a circa 1/3 dell’altezza della pianta, il secondo ramo dalla parte opposta rispetto al primo e sempre ad 1/3 prendendo le misure dal primo ramo all’apice e così via.
Hanno una grande Importanza anche i rami di profondità che danno tridimensionalità al bonsai, in particolare il terzo ramo.

Eretto formale

Eretto informale o casuale (Moyogi)

Si differenzia dallo stile eretto formale per la forma del tronco che presenta delle curve, è sinuoso, il portamento è informale: Gyo.
I rami si posizionano sempre all’esterno delle curve e su lati alterni.
Spesso l’apice e la base si trovano sulla stessa linea perpendicolare.

eretto informale

Doppio tronco (Sokan)

È lo stile bonsai per le piante che presentano due tronchi che possono essere inclinati, informali e formali.
È uno stile molto apprezzato e suggerisce l’accompagnare e un sentimento di protezione per questo comunemente lo si definisce padre-figlio.
Uniti alla base un tronco più grande per diametro ed altezza agisce nella gerarchia della struttura come leader (padre), l’altro di dimensioni minori può essere più o meno accostato al leader e sovente suggerisce slancio (figlio); i due, insieme, seguono una direzione comune.

SOKAN

Cascata (Kengai)

Lo stile a cascata è molto suggestivo e richiama gli alberi che vivono in ambienti ostili, dove la natura severa agisce e gli adattamenti si ripetono frequentemente rivelando nella forma del tronco prima e poi anche nei rami gli episodi traumatici.
Il bonsai in questo stile si svilupperà con un’inclinazione del tronco verso il basso, più o meno verticalmente e si allungherà con angoli pronunciati e mai ripetitivi al di sotto del bordo de vaso.

stile a Cascata

Semicascata (Han-kengai)

E’ simile allo stile a cascata ma i canoni stabiliscono che il primo ramo in basso no si profili al di sotto del bordo del vaso.

stile a semiscascata

Inclinato (Shakan)

E’ lo stile degli alberi che in natura si devono adattare a causa di un evento spontaneo come ad esempio un terreno con dislivello, un forte vento unidirezionale o una zona in penombra che spinge l’albero a cercare la luce.
Di conseguenza il tronco è inclinato con delle radici più poderose dalla parte opposta all’inclinazione (radici di trazione) per bilanciare l’angolatura sostenuta, quando presenti, radici opposte (di compressione), concorrono in modo più efficace e tenere saldo l’albero. 
Anche il primo ramo si trova dalla parte opposta rispetto all’inclinazione del tronco.

Stile Inclinato

Literati (Bunjin)

Il literati o Bunjin è uno degli stili più evocativi, più pregno di arida e asciutta semplicità, vetusta rappresentazione del precario, incerto, ripone in sé la malinconia, eleganza raffinata di una bellezza velata, discreta.
Esile, antico, essenziale e dignitosa rappresentazione del tempo ultimo, sospeso e, del vissuto andato e, del nuovo che si rinnova.
Prende il nome dai colti studiosi cinesi che raffiguravano tali alberi in condizioni difficili.
Le piante lavorate secondo questo stile sono molto spoglie e con pochissimi rami perché in natura hanno subito forti traumi o perché si trovano insieme a molte altre piante che lottano per la luce non permettendo una florida ramificazione e un tronco poderoso.

stile bunjin

Battuto dal vento (Fukinagashi)

Anche nel Fukinagashi come nello Shakan la causa principale del suo disegno è causato dal vento.
In questo stile la ramificazione si svilupperà nel design in modo più significativo su di un lato della pianta (quella opposta al vento), ma qui possiamo aprire una breve parentesi che diventa interessante, che ci porta ad immaginare il vento, la sua energia ed impeto, i vortici ed allora potremmo immaginare anche un tronco più inclinato o meno come più o meno rada sarà la chioma e presenza di Jin o shari.
Progettare un fukinagashi è sognare dove e come quel vento soffia, caldo o freddo che sia.

Stile a Vento

Zattera (Ikadabuki)

Lo stile bonsai a zattera si ispira ad un albero caduto dove i rami sopravvissuti col tempo diventeranno i nuovi tronchi.
Anche detto a tronchi multipli è un bonsai che comprende diversi tronchi che si sviluppano indipendenti l’uno dall’altro partendo dalla stessa base.

stile a zattera

Scopa rovesciata (Hokidachi)

È lo stile adatto alle caducifoglie.
Il tronco è dritto e c’è una grande struttura degli ordini di ramificazione, fino a diventare sottile che crescerà in ogni direzione e che si mostrerà al meglio nei mesi in cui la pianta è spoglia.

scopa rovesciata

Su roccia (Seki-joju)

In questo stile gli elementi competitivi prevedono una ispirazione paesaggistica, ad esempio potremmo immaginare un’isola dove cresce un albero o più alberi.
Tendenzialmente gli alberi o l’albero, saranno ospitati con le radici nella roccia.
La rappresentazione trarrà spunti da ambientazioni naturali, con inserzioni di elementi di accompagnamento che siano credibili nel contesto generale e che deve considerare.
Le essenze arboree utilizzate e quindi di esse la realizzazione stilistica di uno o più stili se concorrono più tronchi.
L’ambientazione sarà svolta con cura nell’impiantare ogni singolo elemento di accompagnamento in punti precisi (es. felci in ombra, le sassifraghe esposte al sole ecc.).
Si possono utilizzare piante a foglia caduca ma anche conifere: pini, varietà di ginepri, etc.

stile su roccia

Radici su roccia (Ishizuki)

Nello stile su roccia la pianta espande le radici nel tempo lignificate scivolando sui profili della roccia, insinuandosi e riemergendo dal substrato disponibile per poi riaffondare di nuovo e nutrirsi.
Gli impianti in questo tipo di realizzazione prevalentemente sono conifere e in particolare ginepri e pini.
La selezione della pietra deve essere oculata nella ricerca della forma , della texture e del colore.
Pietre chiare, calcaree o con colori brillanti sono da evitare, invece sono da preferire quelle scure con una texture che sia di aspetto naturale.
Le piante con un apparato radicale compatto e ben suddiviso, le chiome da preferire saranno compatte e le piante saranno esclusivamente vigorose ed in ottimo stato di salute.

ishizuki

Ceppaia (Kabudachi)

E’ una composizione a tronchi multipli che dipartono da un ceppo radicale unico.
Altezze e diametri saranno diversificati, il portamento in armonia tra essi, la struttura può essere simile all stile Yose-ue (bosco) quindi diventa di fondamentale importanza la visione prospettica dei piani focali stabiliti dal posizionamento dei tronchi.

Stile a Ceppaia

Boschetto (Yose-ue)

È lo stile bonsai che racchiude più piante con l’intento visivo di formare un bosco.
Ci sono delle regole precise da rispettare per dare un senso di tridimensionalità e prospettiva alla composizione, di un gruppo o più di uno, di alberi riuniti in composizione unica.
Inoltre le piante devono essere sempre dispari ma si elude questa regola quando la composizione supera un certo numero di piante.
Il Maestro John Naka era famoso per i suoi boschetti e nei suoi libri descrive dettagliatamente come realizzarli.

Foresta Bosco

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Author Redazione

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